Rimboscare la città per difendere gli equilibri ecologici e riscoprire il rapporto con gli alberi, fondamentale anche per lo spirito

Una bella lettura estiva, prima di ricominciare a discutere di urbanistica e della protezione degli alberi per mantenere il posto che si sono conquistati nell’immaginario e nelle arti.

Dalla introduzione dell’autore del libro Giuseppe Barbera, professore di Culture arboree dell’Univesità di Palermo. Edizione Il Saggiatore

Milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi, per poi passare gran parte del nostro tempo a tagliarli o bruciarli. Da 10.000 anni abbiamo anche imparato a piantarli e coltivarli ma l’abbiamo fatto in misura molto minore. E adesso che avremo bisogno di loro per mantenere gli equilibri ecologici, ci accorgiamo che sono pochi e malcurati.

 Il rapporto tra gli organismi più evoluti del regno animale e quel regno vegetale non è stato equo, perché noi (che ci siamo nominati Sapiens o addirittura Sapiens Sapiens) abbiamo tagliato almeno la metà delle foreste del pianeta, trascurato giardini arboreti nonostante i loro alberi abbiano reso fertile il suolo e respirabile l’aria, mitigato gli eccessi del clima, fornito legna, frutti, ombra, bellezza per mille usi indispensabili e piacevoli.

Ci sono molte buone ragioni per abbracciare gli alberi. Alcuni credono che attraverso questo gesto, alberi e uomini entrino in comunicazione: si può dubitarne purchè non si dimentichi che il senso del sacro è nato proprio al cospetto degli alberi, osservando la loro capacità di andare oltre i limiti angusti della primitiva percezione: le radici in fondo alla terra e le chiome che si perdono nel cielo,  la vita che rinasce ogni primavera dopo che è sembrata morire in autunno.

Motivi per abbracciare gli alberi si trovano a sufficienza in molti campi oltre che in quelli dello spirito: per esempio nell’economia e nella cultura o quando in gioco c’è la salvaguardia di equilibri ecologici planetari.

Si può, invece, andare oltre l’abbraccio e manifestare in modo più profondo e concreto le ragioni della riconoscenza, dell’alleanza e della protezione. Per esempio difendendo gli alberi da inutili tagli e incendi, piantandoli in boschi ben gestiti, in giardini curati o lungo le strade, creando frutteti generosi di biodiversità, coltivandoli premurosamente mantenendo il posto che si sono conquistati nell’immaginario e nelle arti”.



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