La inaugurazione della nuova sede di Confindustria-Ance, il tatticismo del viandante, il campo ristretto, la lotta di potere decentrata tra appalti e crisi per l’auto
Post del 10 maggio 2025
Benevento ha ospitato l’8 maggio un evento straordinario caratterizzato dalla scenografia chiassosa che tanto impressiona i cittadini: sfilate di auto di scorta, parcheggi riservati alle auto di rappresentanza, sindaco fasciato armato di forbici e scortato, arcivescovo benedicente, autorità locali con codazzo al seguito e giornalisti in trepidante attesa del Ministro, il presidente della Regione, il presidente Nazionale di Confindustria, il Vice presidente dei Costruttori, imprenditori vari, tecnici, consulenti, investitori e simili.
Nella settimana precedente la stampa locale con pomposi articoli, soprattutto quelli su Il Mattino del direttore Claudio Coluzzi, ha annunciato l’evento che testimonia (o almeno dovrebbe) la capacità di Confindustria e dei Costruttori, sostenuti da Politici di vari schieramenti, di creare sviluppo, progresso, innovazione, ricchezza, occupazione, crescita economica, benessere sociale e civile, ecc, ecc. .
Ma in realtà che cosa è successo di così importante per la collettività da meritare tanto clamore mediatico? hanno inaugurato una grande fabbrica (magari quella dei Lituani annunciata più volte da Mastella)? hanno finanziato un piano straordinario per l’occupazione giovanile e la tutela del territorio? hanno presentato il programma concreto per lo sviluppo delle aree interne proposto dal Forum dei Vescovi italiani
No, niente di tutto questo !
Hanno solo inaugurato la nuova sede di Confindustria e dell’ANCE nell’edificio ex Banca D’Italia di piazza Risorgimento. Punto.
Un evento epocale, secondo il presidente degli industriali, Oreste Vigorito, e il nuovo presidente dei costruttori, Flavian Basile, perché quella sede, in quella piazza, secondo loro, ha un chiaro valore simbolico: la capacità di investimento immobiliare e la certezza di poter “risorgere”.
Piazza Risorgimento rappresenta, però, anche un recente Project Financing, cioè un investimento pubblico-privato, proposto da una società casertana per il palazzo sul terminal bus con annessa piazza. che Mastella presentò come “ultimo treno per lo sviluppo”, clamorosamente fallito.
E’ davvero significativo, invece, l’insediamento di industriali e costruttori nei locali della ex Banca, che per anni ha rappresentato il potere finanziario, perché a seguito della inevitabile riduzione di finanziamenti pubblici– soprattutto PNRR- molti sperano che l’economia e soprattutto l’attività costruttiva, sia sostenuta da capitali privati.
Forse anche per questo la manifestazione di Confindustria e Ance è stata seguita con grande attenzione da amministratori e politici che probabilmente non riusciranno più ad intercettare molti fondi pubblici per appalti vari ma conservano il potere di concedere le autorizzazioni indispensabili anche per gli investimenti privati.
Insomma la Kermesse dell’8 maggio potrebbe rappresentare un momento importante del mutato rapporto politici-imprenditori per la nuova provenienza di flussi finanziari ma pare che la stampa locale non se ne sia accorta.
Infatti i giornalisti “commentatori politici” nostrani che hanno seguito la manifestazione di Confindustria-Ance si sono dedicati soprattutto al solito chiacchiericcio sulle alleanze di Mastella per le prossime elezioni regionali e quindi il rapporto con De Luca, le speranze di adesione al “campo largo” di centro sinistra, l’attesa di offerte dal centro destra.
Ma l’attivismo del viandante per tentare di arginare la crisi di consensi acuita dai recenti insuccessi elettorali che lo hanno confinato nelle mura cittadine, non si limita alla propaganda mediatica e al solito barcamenarsi tra destra e sinistra alla conquista di qualche posticino di governo regionale.
Mastella tenta infatti di rompere l’isolamento cittadino aggregando politicamente le amministrazioni dei paesi più vicini al capoluogo anche grazie al programma per la metanizzazione o quello per la realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti o il Distretto del Commercio.
E’ riuscito a far eleggere il sindaco di San Giorgio, suo fedelissimo, ed ora spera nel successo della lista INSIEME alle elezioni anticipate di Sant’Angelo a Cupolo, indette dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale che non aveva votato il consuntivo 2023.
Un documento contorto e con molti lati oscuri, debiti aumentati e crediti sgonfiati, che non aveva convinto buona parte della maggioranza, inevitabilmente spaccata e che ora si presenta divisa e contrapposta alle elezioni.
Non è candidato l’ex sindaco Cataffo ma a quella carica ambisce adesso Alessandro De Pierro che guida la lista INSIEME nella quale sono candidati i consiglieri che condividevano il Consuntivo, poi approvato dal Commissario nominato dalla Prefettura, che determina una grave crisi finanziaria del Comune.
In quella lista sono però candidati anche vari ex oppositori.
Invece gran parte della ex maggioranza, quella formata dai consiglieri che contestavano soprattutto i debiti del Consuntivo e i mancati incassi delle multe per violazioni edilizie, ha dato vita alla lista LIBERAMENTE capeggiata dal candidato sindaco Antonio Tornusciolo
Si tratta di liste civiche, sempre dichiaratamente non di partito, ma non tanto.
E’ chiaro che LIBERAMENTE è sostenuta anche da politici vicini a Fratelli d’Italia, mentre Mastella appoggia la lista INSIEME che non a caso nel suo programma scrive “Crediamo fermamente che la vicinanza con la città capoluogo sia un valore aggiunto per Sant’Angelo”.
De Pierro spera di vincere ma finora anche la composizione delle liste a Sant’Angelo dimostra che le strategie politiche del viandante sono oramai superate.
Infatti, il “campo largo” con tutte le forze del centrosinistra nel quale il sindaco del capoluogo spera di essere accolto per le regionali, non si è coagulato a Sant’Angelo a Cupolo perché il Movimento 5 stelle e la sinistra sostengono la lista FARE COMUNE, candidato sindaco Angelo De Luca (non si sa cosa faranno i rappresentanti del PD che già in altre occasioni e su varie questioni si sono attorcigliati con i mastelliani).
Insomma, a Sant’Angelo a Cupolo in queste elezioni si gioca una partita che va oltre i programmi delle liste o i sussurri su debiti/crediti, appalti e prezzi di una auto misteriosa.
E’ in discussione il peso di un potere politico che nella intera provincia si muove tra manifestazioni propagandistiche, sostegno a nuovi scenari finanziari, tatticismo sfrenato e piccole consorterie affaristiche.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”