Il capogruppo di “Città aperta” analizza la relazione del dirigente Antonio Iadicicco alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sullo stato di attuazione dei progetti finanziati nel 2016
Comunicato del 30 marzo 2023
Se dovessimo misurare la performance dell’Amministrazione Mastella in termini di efficacia, economicità ed efficienza, per tutto quanto ideato e realizzato con il programma del Piano Periferie non potremmo far altro che alzare, inesorabilmente, la paletta del voto negativo.
Ancora una volta assistiamo sgomenti di fronte alla superficialità con cui il Comune di Benevento
continua a procedere in tema di pianificazione e di esecuzione di opere pubbliche, pur se ammesse e quindi sorrette da cospicui finanziamenti pubblici.
Mi spiego: il progetto delle periferie “La Citta di tutti la città per tutti” un programma integrato per un valore di € 26.582.202,00, composto da 17 progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie del comune capoluogo, si sta lentamente trasformando, come pure era prevedibile già nel lontano 2016, in una grande occasione persa, e speriamo che non si trasformi anche in una revoca dell’ingente finanziamento.
Ricordiamo, infatti, che la Giunta Comunale presieduta dal Sindaco on.le Clemente Mastella con la
delibera n. 121 del 29 agosto 2016 approvò tale progetto, e che in data 09/01/2018, fu sottoscritta la Convenzione tra il Governo e il Comune di Benevento, poi modificata nel 2019, per la realizzazione del Programma di cui sopra, con cui veniva impegnato un contributo dello stato di 18 milioni di euro a valere sul fondo nazionale “Riqualificazione delle Periferie”.
Dall’ultima relazione semestrale di monitoraggio inviata il 31 gennaio 2023 dal Comune di Benevento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si legge che “Il totale degli impegni assunti e liquidati ad oggi, ammonta ad € 2.767.432,64, di cui € 164.572,84 per l’anno 2020 e €2.435.616,67 per l’anno 2021 e per 331.815,97 per il primo semestre 2022”.
Siamo cioè fermi al palo! Raggiungiamo una modestissima quota, all’incirca il 10% del totale preventivato a distanza di oltre 4 anni dalla prima Convenzione del 2018!
Se poi a questo aggiungiamo che, come da cronoprogramma allegato all’ultima relazione semestrale, il Comune continua a spostare sempre più in là la realizzazione di ben oltre metà degli interventi (ad oggi siamo arrivati a prefigurare la metà dell’anno 2024 quale linea di confine..sic!), quasi a dimostrazione di una pervicace determinazione a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, allora forse, suggerisco, che sarebbe il caso di convocare quanto prima il sig. Wolf a Palazzo Mosti.
La cosa simpatica e a tratti imbarazzante di tutta questa legittima ostinazione, esplode anche nella sua vena tragicomica, quando lo stesso Comune si contraddice tra i fatti come esposti in relazione e sanciti nel cronoprogramma, e quanto testualmente si legge nella premessa proprio della relazione 2023, cioè quando si afferma candidamente che: ”La somma complessiva per la realizzazione del progetto è di € 26.582.202,25 e, allo stato, non vi sono variazioni rispetto all’importo iniziale. Pertanto, non sono intervenute rimodulazioni al progetto”.
Il cronoprogramma globale di realizzazione e avanzamento degli interventi è allegato alla relazione
suddetta, e da questo si riscontra non solo lo stralcio dal programma dell’intervento
RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO PER FINALITÀ SOCIALI DELL’IMMOBILE EX ORSOLINE
DA DESTINARE AD OSTELLO DELLA GIOVENTÙ ED ATTIVITÀ CULTURALI per un importo di €1.250,000.00, ma anche un significativo stallo, perdurante ab origine, per tutte le opere proposte da privati con l’intervento di finanziamento pubblico inserite nel programma ( per un totale di € 5Mln),e di più la diversa soluzione economica e progettuale prospettata con l’ultima D.G.M. n.36/2023 per l’intervento (B.1) PIAZZA RISORGIMENTO – AREA EX COLLEGIO LA SALLE.
Quest’ultimo, infatti, nato (male!) come intervento privato (€ 2.403.815,76) provvisto di contributo
pubblico (€ 7.000.784,24) per un totale di € 9.404.600,00, dopo accese polemiche negli ultimi anni,
l’intervento dell’ANAC stimolato dall’associazione Altrabenevento, e l’ultimo dibattito in Consiglio
sull’interpellanza di Alternativa per Benevento, al fine di superare i grossolani errori compiuti
dall’amministrazione Mastella, viene ora alla luce come progetto preliminare sorretto dal solo
finanziamento pubblico di € 7 Mln.
Non voglio entrare nel merito architettonico ed estetico, funzionale e sociale dell’intervento così come proposto, né sottolineare che a tutt’oggi non c’è stata alcuna traccia della necessaria attività di urbanistica partecipata, e neanche mai è stata espletata alcuna attività di ascolto di cittadini, di categorie professionali o economiche, ma certamente una finale riflessione prima sulla genesi del progetto e poi sull’intera procedura appare ora inevitabile.
I rapporti con il promotore Lumode restano avvolti ancora da un velo di mistero: il Comune, pensando di poter transigere le esorbitanti richieste economiche avanzata con diffide dal privato per la mancata prosecuzione del project financing, ha pur richiesto l’autorizzazione al pagamento alla Presidenza del Consiglio per acquisire gli elaborati tecnici dal privato, ma da questa ha avuto un riscontro certamente non positivo sul punto.
Infatti vale la pena ricordare come proprio la Convenzione del 2018, all’art. 11 così recita :”L’Ente
beneficiario è l’unico soggetto responsabile dell’esecuzione del Progetto; conseguentemente la
Presidenza del Consiglio dei ministri, Segretariato generale, non risponde degli eventuali inadempimenti dell’Ente beneficiario alle obbligazioni assunte nei confronti di appaltatori, di concessionari e/o di qualsivoglia ulteriore soggetto, derivanti dall’attuazione della presente Convenzione. E’ a carico dell’Ente beneficiario ogni e qualsiasi maggiore onere economico, anche eventualmente richiesto a qualunque titolo da terzi, eccedente rispetto al finanziamento ammesso ed erogato. La Presidenza è estranea a qualsivoglia rapporto nascente con terzi in dipendenza, relazione e/o connessione con il Progetto”.
Per cui, è chiaro che questa vicenda risulterà foriera di contenzioso con il privato, considerando l’enorme lassi di tempo intercorso tra il bando del 2018 e la sua revoca avvenuta solo nel 2022.
E per quanto riguarda l’intera procedura, sostanzialmente concretatasi nel progetto “La Citta di tutti la città per tutti”, all’epoca approvato e sintetizzato nelle due Convenzione del 2018 e 2019, sconta oggi una sua innaturale trasformazione sia nell’elenco degli interventi, con conseguenti ricadute sotto il profilo economico dell’importo complessivo che nel punteggio all’epoca ottenuto in ragione della compartecipazione di fondi privati, all’attualità sommariamente non pervenuti.
Sempre la Convenzione, all’art. 12 così afferma:”Ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 dicembre 2016 la Presidenza, qualora a esito del monitoraggio di cui agli articoli precedenti, verifichi l’esistenza di un grave inadempimento, ovvero di un grave ritardo nella realizzazione del Progetto, può disporre la sospensione dell’erogazione del finanziamento, nonché la revoca dello stesso.
In particolare, la Presidenza può disporre la revoca qualora verifichi, tra gli altri, i seguenti inadempimenti da parte dell’Ente beneficiario:…d) la mancata disponibilità del cofinanziamento pubblico e/o privato previsto nel Progetto;…
Ecco, in finale, non vorremmo che al danno si aggiungesse pure la beffa.
avv. Angelo Miceli- Capo-gruppo consiliare “CITTÀ APERTA“