Acqua-Ambiente

Pompeo Nuzzolo “I Comuni non sono affatto obbligati ad acquisire quote di Sannio Acque srl”

L’esperto di amministrazione degli Enti Locali contesta il parere della Direzione ‘Ciclo delle acque’ della Regione Campania e ricorda la delibera 81/2023 della Corte dei Conti Campania Post 11 aprile 2024 Da ottobre 2022 l’Ente Idrico Campano insiste per l’affidamento del Servizio Idrico Integrato (fornitura di acqua e depurazione) di tutta la provincia di Benevento …

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L’EIC non può essere socio di Sannio Acque srl

Assurda la decisione della Direzione Regionale del “Ciclo delle acque” che vuole il Distretto Sannita socio del gestore in rappresentanza dei Comuni

Post 10 aprile 2024

La Direzione Generale “Ciclo Integrato delle Acque e dei Rifiuti” della Regione Campania, con la nota del 3/04/2024, indirizzata al Comune di Benevento, ha rivoluzionato il percorso per l’affidamento del Servizio Idrico Integrato per la Provincia di Benevento fin qui adottato non solo dal Distretto Sannita e dall’EIC ma anche dalla stessa Regione Campania.

Ricordiamo infatti che il Presidente della Regione in data 4/01/2023, proprio a seguito di istruttoria di quella Direzione Generale aveva diffidato i Comuni sanniti ad assumere i provvedimenti relativi alla costituzione della società cui affidare il Servizio Idrico Integrato e a farli pervenire entro il 20/01/2023.

Adesso il Direttore di quella Struttura operativa regionale stravolge le prescrizioni impartite dal Presidente De Luca e afferma che l’assunzione delle partecipazioni o la costituzione della nuova società per la gestione del Servizio Idrico Integrato devono essere ricondotte all’ente di governo dell’ambito e non più ai singoli Comuni!

E’ infatti l’Ente di governo dell’Ambito, come si legge della lettera del 3 aprile, che “dovrà trasmettere l’atto deliberativo di costituzione della nuova società alla competente Sezione della Corte dei Conti”, perchéIl Direttore “Ciclo delle acque” ritiene sia esclusa espressamente l’approvazione da parte dei singoli Comuni delle delibere di adesione o di costituzione della società Sannio Acque.

Tutto da rifare insomma: non solo lo Statuto ma anche la stessa composizione di Sannio Acque srl, la  società a capitale misto pubblico privato, della quale solo  l’Ente di Governo dell’ambito sarebbe il socio pubblico di maggioranza.

Sopraggiungono però molti dubbi sulla validità di questa novella direttiva: infatti  l’Ente di governo d’ambito, ovvero il Consiglio di Distretto Sannita, è solo un organo dell’EIC  – Ente Idrico Campano – pertanto, come e da chi verrà sottoscritta la quota di maggioranza del capitale della società Sannio Acque?

Neppure si può pensare che il Direttore intenda riferirsi all’EIC quale socio di Sannio Acque srl perchè tra le competenze di questo Ente vi è l’affidamento del Servizio che non potrebbe essere assegnato ad una società della quale detiene la maggioranza del capitale!

E comunque, anche in questa assurda ipotesi non si comprende quali sarebbero le modalità di sottoscrizione del capitale e le modalità di partecipazione dei singoli Comuni, che, secondo la nota regionale del 3 aprile, si ritroverebbero soci di Sannio Acque srl senza aver mai deliberato in tal senso.

Attendiamo pertanto, con curiosità, di leggere il nuovo Statuto della società che dovrebbe gestire il Servizio Idrico Integrato in tutta la provincia che proprio la Direzione Generale “Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti” si accinge a predisporre con il connesso annullamento di fatto di tutto il contorto e non condiviso percorso fino a qui definito dall’EIC e dalla stessa Regione.

Avv. Sandra Sandrucci, Altra Benevento è possibile”


Acrobazie della Regione Campania: alla Sannio Acque srl deve aderire l’EIC in rappresentanza dei Comuni

Il frastornato Pompilio Forgione e i “signori dell’acqua” del Consiglio di Distretto Sannita dell’Ente Idrico Campano approveranno altre delibere sbagliate

Post 9 aprile 2024

E’ un colossale pasticcio quello prodotto finora dall’Ente Idrico Campano per la costituzione di Sannio Acque srl, la società mista pubblico-privata che dovrebbe gestire il servizio idrico integrato (fornitura di acqua e depurazione) in tutta la provincia di Benevento.

Gli atti finora prodotti per imporre ai Comuni l’adesione alla società sono stati impugnati dinanzi al TAR dal Comune di Baselice e intanto censurati dalla Corte dei Conti e quindi la Regione Campania non ha potuto bandire da gara per individuare il soggetto privato che dovrebbe partecipare con il 45% del capitale ma con ampi poteri di gestione che di fatto vanificano il controllo pubblico maggioritario.

Lo spiega in una nota del 3 aprile il Direttore del Ciclo Integrato delle Acque della Regione, Antonello Barretta, il quale annuncia al Comune di Benevento che lo Statuto deve essere rifatto e approvato dal Consiglio di Distretto Sannita.

Barretta poi si avventura in una contorta interpretazione della Sentenza del Consiglio di Stato n. 7476/2021 che, secondo lui, avrebbe stabilito che i Comuni devono aderire obbligatoriamente alla società e quindi sarebbero inutili le delibere dei vari Consigli Comunali.

In realtà la sentenza citata non si riferisce alla adesione diretta dei comuni alle società a capitale misto pubblico-privato ma Barretta tenta disperatamente di aggirare i consigli comunali che dopo le delibere approvate su richiesta del coordinatore di distretto Sannita EIC, Pompilio Forgione, censurate dalla Corte dei Conti, non vogliono più approvare ulteriori atti.

E allora, chi dovrà sottoscrivere le quote pubbliche fino al 55% del capitale sociale di Sannio Acque srl ?

Nella lettera della Direzione Ciclo delle Acque della Regione si legge: “in materia di gestione del Servizio Idrico Integrato la norma di cui all’art. 5, comma 3 del D.Lgs 175/2016 deve essere interpretata nel senso di ricondurre le relative prescrizioni in capo all’ente di governo d’ambito che dovrà trasmettere l’atto deliberativo di assunzioni di partecipazioni o di costituzione della nuova società alla competente Sezione della Corte”.

Quindi, pare proprio che secondo la Regione, debba essere il Consiglio di Distretto Sannita a deliberare l’adesione alla società Sannio Acque in rappresentanza dei singoli comuni del Sannio.

E’ l’ennesima clamoroso colpo di scena dell’iter che secondo l’EIC e il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, avrebbe dovuto condurre nel 2023 a costituire il nuovo gestore idrico della provincia di Benevento e che invece si è impantanato.

Vedremo prossimamente quale delibera proporrà il frastornato Pompilio Forgione ai 30 “signori delle acque” cioè i componenti del Consiglio del Distretto Sannita.

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”


Acqua al tetracloroetilene ai rioni Ferrovia, Libertà e Centro Storico

Che fine ha fatto lo studio dell’Università del Sannio, pagato dal Comune, sulla presenza del pericoloso inquinante nella falda ?

Comunicato stampa del 4 aprile 2024

Dalle ore 16 di oggi è stato interrotto il servizio idrico alla parte alta della città per lavori all’acquedotto campano che fornisce acqua del Biferno, ma Comune e Gesesa non hanno spiegato che in quella ancora erogata nei quartieri Libertà, Ferrovia e centro storico, benché potabile, è presente il tetracloroetilene oltre la soglia di contaminazione.

Infatti, i dati forniti da Gesesa nel mese di marzo confermano la concentrazione del pericoloso inquinante nei pozzi di Pezzapiana ben oltre il limite di 1,1 microgrammi/litri.  

Normalmente agli abitanti della parte bassa della città viene servita acqua dei pozzi miscelata con quella del Biferno per abbassare il livello di contaminazione, ma tra oggi e domani sarà erogata solo quella della falda cittadina, notoriamente di scarsa qualità.

La presenza del tetracloroetilene oltre la soglia di contaminazione, denunciata da Altra Benevento dal 2018, si conferma tuttora e nessun ha ancora spiegato cosa ha provocato il picco oltre la soglia di potabilità di novembre 2022.

In quella occasione il sindaco Mastella, dopo i dubbi e le contestazioni sui dati forniti da ARPAC e ASL, annunciò con un comunicato ufficiale del 27 novembre, che “è in corso un accertamento da parte del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli studi del Sannio al fine di analizzare meglio quanto accaduto”.

A quale “accertamento in corso” si riferiva il sindaco?

Con i docenti del dipartimento di Scienze di Unisannio c’era stato solo un incontro il 24 novembre a seguito del quale la Giunta Comunale con la delibera n. 247 del 13 dicembre 2022 gli conferì l’incarico per un “supporto scientifico specialistico in ambito idrogeologico”.

Con la convenzione firmata pochi giorni dopo il Dipartimento Scienze e Tecnologie coordinato dal prof. Pasquale Vito si impegnò a garantire entro 12 mesiattività di ricerca finalizzate allo studio idrogeologico del territorio di Benevento interessato dalle opere di captazione delle sotterranee utilizzate per la fornitura idrica, anche con riferimento ai potenziali e recenti episodi di contaminazione delle acque”.

I dodici mesi sono trascorsi abbondantemente ma il sindaco Mastella non ha dato alcuna notizia sui risultati dello studio di Unisannio che avrebbe dovuto spiegare, finalmente, il mistero del tetracloroetilene nell’acqua servita alla parte bassa della città.

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie ha completato il lavoro? 

Il Comune ha pagato i 10.000 euro previsti dalla convenzione?

Ne sanno qualcosa i consiglieri comunali, anche di opposizione, perennemente impegnati a discutere nelle costosissime commissioni?

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”

Due frane attive sulla Diga già accertate ma il Presidente della Provincia nega

Appaltati i lavori per una galleria sotto il movimento franoso descritto in due perizie ufficiali segnalate da tempo da Altra Benevento

Post del 8 marzo 2024

Il presidente della Provincia, Nino Lombardi, ha dichiarato ieri a Lab Tv che “attualmente non è stato ancora certificato un movimento franoso sulla Diga, saranno le indagini ad accertarlo”.

Si tratta di una affermazione che desta davvero molta meraviglia perché ci sono almeno due perizie effettuate dallo Studio Speri di Roma, incaricato dalla società Asea della Provincia di Benevento, che hanno già attestato il movimento franoso sulla sponda destra dell’invaso.

Infatti, nella relazione ala carte frane R19 redatta il 6 aprile 2022, a pag 40-41 si legge:  “Una nota particolare va riservata per quanto riguarda la frana in spalla destra dell’invaso la quale risulta essere oggetto di diversi interventi di consolidamento atti a mitigare il rischio di frana per l’invaso stesso al punto di essere ad oggi monitorata e costantemente soggetta a verifiche di stabilità. Come stato di attività, IFFI (Inventario Fenomeni Franosi Italia) riporta la frana come “stabilizzata antropicamente”. A seguito di valutazioni di carattere generale e poi scese su scala di dettaglio, quest’ultima risulterebbe invece attiva ad oggi, seppur con velocità molto basse, nonostante gli interventi di consolidamento accumulati negli anni.”

La relazione aggiornata l’8 maggio 2023 conferma la frana, catalogata con la sigla L1D01064, in lento movimento in direzione nord, proprio verso il punto in cui dovrebbe essere scavata la galleria di sette chilometri per portare l’acqua al potabilizzatore di Ponte.

Nella stessa relazione si precisa che anche la frana catalogata L1D01013 è attiva sull’invaso e si trova al di sopra del punto di allaccio della galleria.

Anche la perizia R17 dello Studio Speri, sul rischio sismico della sponda destra, conferma “Rispetto allo stato di attività, e alla luce degli interventi di consolidamento attuati negli anni, l’IFFI classifica la frana come “stabilizzata antropicamente”. In realtà stato attuale, la frana risulta “attiva”, seppur con velocità molto basse.”

La esistenza delle frane in sponda destra dell’invaso, descritte nelle Perizie dello Studio Speri, sono state più volte segnalate da Altra Benevento, anche alla Provincia, la Regione e al Ministero delle Infrastrutture ma sono stati comunque appaltati i lavori per realizzare la galleria che potrebbe accelerare il fenomeno.

La necessità di intervenire quanto prima per stabilizzare la frana sulla spalla della diga è stata di recente riconosciuta anche dal presidente di ASEA, Giovanni Mastrocinque (LaBTv del 19 febbraio) che però è stato smentito dal presidente della Provincia Lombardi.

Insomma prevale la volontà di iniziare i lavori senza rivedere il tracciato della galleria con il rischio concreto di blocco della perforazione in corso d’opera e quindi la mancata realizzazione del progetto di utilizzo dell’acqua dell’invaso finanziato dal PNRR.

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”

 

SANAV: La puzza non viene dal nostro stabilimento, presto il dissequestro

La ditta che tratta “rifiuti liquidi pericolosi e non” a sorpresa spiega al Mattino che la lavorazione dei fanghi finora era solo sperimentale. Nessun chiarimento sugli sversamenti nel fiume

Post del 25 febbraio 2024

Il Mattino di oggi, 25 febbraio, pubblica un interessante articolo di Paolo Bocchino sul sequestro degli impianti della SANAV per la lavorazione dei fanghi.

La Ditta che dal 2009 opera nella zona industriale di Ponte Valentino per il trattamento di “rifiuti liquidi pericolosi e non” sostiene che i miasmi provengono da altri siti perchè la lavorazione dei fanghi, autorizzata a novembre 2022, finora è stata saltuaria e sperimentale per provare gli impianti.

Per questo motivo da società di Lacedonia è convinta di ottenere presto dalla magistratura il dissequestro degli impianti.

Resta il fatto, però, che da quando il 13 febbraio la magistratura, prima con i controlli e poi con il sequestro ha impedito lo stoccaggio dei fanghi negli scarrabili, non si sente più la puzza che ha ammorbato mezza città per molti mesi.

SANAV assicura che le esalazioni misurate a fine gennaio dall’ARPAC erano nella norma, ma non dice nulla sullo sversamento dei reflui nelle fogne.

Come Altra Benevento e gli abitanti dalla zona hanno costatato molte volte (soprattutto domenica 4 febbraio), con i camini spenti la puzza era comunque molto intensa, vicino allo stabilimento SANAV e vicino al depuratore del consorzo ASI.

E allora continuiamo a chiedere: l’ARPAC si limita a misurare la concetrazione “odorigena” dai camini e poi fare la media dei risultati dai quali risulta che è “tutt’apposto”, oppure ha misurato gli sversamenti dei reflui da SANAV nelle fogne e poi nel fiume verso la città?

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”  

Esalazioni nauseabonde, Mastella finto smemorato e la guerra a Barone

Il Comune chiede al Consorzio ASI di “verificare le emissioni” dopo il passaggio dell’ex presidente dai mastelliani alla Lega

Post del 22 febbraio 2024

Anche la tragica morte di Navalny, il dissidente russo, diventa per Mastella l’occasione per fare il democratico, per inneggiare in Consiglio Comunale alla libertà di pensiero e di critica, ma poi chiama deficiente (per l’esattezza ha detto: “voglio ricordare a qualche deficitario per non dire altro”) chi ha ricordato che il Comune è intervenuto con grande ritardo per le esalazioni nauseabonde di Ponte Valentino.

Mastella, smemorato, per non dire altro, dopo il sequestro dell’impianto della SANAV di  trattamento dei fanghi, da parte della Procura della Repubblica, sostiene di aver fatto tutto quanto in suo potere da aprile 2023 per risolvere il problema, dimenticando che le sue competenze imponevano ben altro, oltre l’attività di passacarte.  

Gliele ricorderemo per il Consiglio del 4 marzo che discuterà anche di questa questione, dopo un anno dalle prime proteste, ma intanto prendiamo atto che anche il Consorzio ASI, a guida mastelliana, lo ha smentito con il documento di ieri.

Domenico Vessichelli (il neo presidente subentrato a Luigi Barone dal 12 febbraio) e gli altri del Consiglio ASI, assicurando che “la nuova governance darà la massima attenzione alla tutela della salute dei cittadini” hanno comunicato di aver “avvertito l’esigenza di approfondire la problematica dei miasmi a Ponte Valentino” con il consulente ambientale del Consorzio… anche in considerazione della richiesta pervenuta – con il protocollo n. 185 del 25 gennaio – dal Comune di Benevento, per il tramite della quale si invitava il Consorzio a “verificare le effettive emissioni presso l’area e ad individuare i necessari interventi.”

Il Consiglio del Consorzio Area di Svilupo Industiale intende dire che la precedente governance, cioè il presidente Barone, non ha prestato la massima attenzione alla questione?

Perché solo adesso il Consigliosente la necessità di “approfondire” con il consulente ambientale nominato il 3 novembre (con la delibera n. 70 che però non è pubblicata nella sezione Amministrazione Trasparente del Consorzio  ASI) ?

Vessichelli e company fanno riferimento ad una lettera inviata dal Comune all’ASI il 25 gennaio 2024 per “verificare le effettive emissioni presso l’area e ad individuare i necessari interventi.”

Perché questa lettera parte dopo nove mesi dall’inizio delle proteste e subito dopo il passaggio di Barone da NdC di Mastella alla Lega di Salvini ?

Il Consorzio ASI ha annunciato ieri anche la “istallazione di centraline” e “la verifica funzionale dell’impianto di depurazione” ma perchè lo hanno deciso solo dopo il sequestro giudiziario alla SANAV?

Possibile che le attività del Comune di Benevento e del Consorzio ASI, a tutela della salute dei cittadini, siano state condizionate prima dalla adesione di Barone al partito di Mastella e poi dal  suo passaggio ad altro gruppo politico?

Perchè la stampa locale, quella che non pubblica i comunicati di Altra Benevento, si limita a “reggere il microfono” senza approfondire?

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”  

Sequestro Sanav grazie alla Procura e ai Comitati, si dimetta l’assessore all’Ambiente

L’amministrazione Mastella e la stampa amica hanno ignorato ma i cittadini, sostenuti da Altra Benevento, non si sono arresi

Post del 21 febbraio 2024

Da aprile scorso i cittadini delle contrade Ponte Valentino, Coluonni, Saglieta, Acquafredda, Capodimonte, sostenuti anche da Altra Benevento, hanno continuato a protestare per le esalazioni da voltastomaco provenienti dalla zona industriale.

Il sindaco Mastella e la sua amministrazione hanno provato a minimizzare, rinviando le riunioni del tavolo Tecnico e dichiarando, addirittura, che le segnalazioni e le denunce non trovavano conferme.

Anche i consiglieri di opposizione si sono interessati pochissimo al caso e la costosissima Commissione consiliare Ambiente, che ha dedicato tra sedute intere al divieto di volo dei palloncini, ha discusso mezza volta della grave situazione ambientale della Zona Industriale.

Le associazioni ambientaliste hanno ignorato la questione e nessun parlamentare ha presentato interrogazioni.

La stampa locale ha mostrato, anche in questa occasione, tutti i suoi limiti, nonostante le capacità di singoli giornalisti.

Alcune testate hanno trattato il caso con leggerezza per sostenere l’amministrazione comunale e il Consorzio ASI, oppure per non sforzarsi di approfondire la questione.

Solo LABTV non si è limitata ai comunicati e ha dedicato al caso servizi ed approfondimenti.

Il Codacons e il Comitato degli abitanti di contrada Coluonni hanno presentato due esposti alla magistratura.

Le indagini, complesse, di Carabinieri e Procura della Repubblica, nate da varie fonti, hanno finora consentito di accertare che le esalazioni puzzolenti provengono dagli impianti della SANAV utilizzati per il trattamento dei fanghi.

Siamo convinti che ora la magistratura accerterà anche le cause dei due incendi di quello stabilimento, la scorsa estate, e come mai i controlli delle autorità preposte per dieci mesi non hanno accertato le cause delle esalazioni puzzolenti che questa estate hanno ammorbato mezza città.

Ma, indipendentemente dalle responsabilità penali, già emergono quelle politiche e amministrative. Mastella non riconoscerà le sue, ovviamente, ma l’assessore all’Ambiente, Alessandro Rosa, si dovrebbe dimettere.

Non come capro espiatorio, ma perchè deve prendere atto che l’amministrazione comunale e in particolare il suo settore, sono stati poco incisivi nei rapporti con la SANAV, a difesa dell’ambiente e della salute pubblica.

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile

Sanav, sequestrato l’impianto per il trattamento dei fanghi

L’impianto era fermo da martedì 13 febbraio per i controlli dei Carabinieri e subito si erano interrotte le emissioni maleodoranti.

Post del 20 febbraio 2024

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento su richiesta della Procura della Repubblica ha ordinato oggi 20 febbraio, il sequestro degli impianti utilizzati dalla SANAV di Ponte Valentino per il trattamento dei fanghi prodotti da rifiuti liquidi pericolosi.

Ecco il comunicato della Procura:

Nel pomeriggio odierno, all’esito di una attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, militari della Compagnia Carabinieri di Benevento hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di essiccazione e dei 14 containers scarrabili per rifiuti contenenti fanghi essiccati e da essiccare di una azienda di trattamento dei rifiuti beneventana emesso dal GIP, su richiesta della Procura, ritenendo la sussistenza del fumus commissi delicti in relazione all’art. 29 quattuordecies c. 3 d.lgs. 152/06 e il pericolo che la libera disponibilità di quanto in sequestro potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di ulteriori reati, essendo l’impianto in funzione.

Tale sequestro veniva disposto dopo che nella mattinata del 13.02.2024, militari della Compagnia Carabinieri di Benevento davano esecuzione ad un decreto d’ispezione di luoghi e di cose presso un’azienda dell’area industriale che si occupa dell’attività di depurazione e recupero di rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi, raccolta e depurazione acque di scarico emesso dalla Procura della Repubblica di Benevento.

Al termine delle operazioni, la P.G. procedeva al sequestro preventivo d’urgenza dell’impianto di essiccazione e di quattordici cassoni contenenti fango essiccato e da essiccare, per inosservanza delle prescrizioni indicate nell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti.

Le attività svolte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Benevento, con l’ausilio dell’ARPAC e di un consulente tecnico nominato dall’Ufficio di Procura, si focalizzava sull’impianto di essiccazione dei fanghi derivanti dal trattamento di rifiuti speciali liquidi (pericolosi e non pericolosi), in funzione all’interno di un capannone ove veniva rilevata la presenza di un macchinario per l’essicazione dei fanghi.

Gli operanti riscontravano la presenza nell’impianto di fanghi di diverso tipo in assenza di tracciabilità, nonché la commistione di alcuni di essi senza alcuna prova analitica che fosse in grado di evidenziare la similitudine della loro natura e una verosimile miscelazione e gestione illecita dei rifiuti.

L’intera area con i cassoni presenti e veniva sottoposta a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei Carabinieri.
La Procura di Benevento richiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari la convalida del sequestro d’urgenza e l’emissione di decreto di sequestro preventivo, il GIP, convalidato il sequestro d’urgenza, disponeva il sequestro preventivo oggi eseguito.

Il provvedimento eseguito è una misura reale disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, ed i destinatari dello stesso sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Benevento, 20 febbraio 2024

Diga di Campolattaro, Asea riconosce: “non si può fare la galleria sotto la frana”

Regione e Ministero hanno appaltato i lavori per 700 milioni di euro senza tener conto della perizia, segnalata da Altra Benevento, sul movimento franoso in sponda destra

Post del 19 febbraio 2024

Giovanni Mastrocinque, presidente di ASEA, la società della Provincia che ha in gestione la Diga di Campolattaro ha dichiarato a LabTV che è necessaria una variante al progetto per l’utilizzo dell’acqua perchè la galleria sotteranea non si può realizzare sotto la frana della sponda destra.

Segnalammo questo problema un anno fa, il 15 febbraio 2023, denunciando pubblicamente che i tecnici incaricati dalla Provincia avevano accertato con una apposita perizia, di cui nessuno voleva parlare, la frana non stabilizzata con i pericoli connessi.

Spiegammo allora, carte alla mano, che il progetto della Regione Campania per l’utilizzo di 100 milioni di metri cubi d’acqua akll’anno prevede che proprio sotto quei terreni in “lento movimento” dovrebbe essere costruita la galleria di sette chilometri per la potabilizzazione.

Come normalmente accade, le forze politiche hanno fatto finta di non aver capito, qualche amministratore minacciò la solita querela per diffamazione o procurato allarme, la stampa locale ha in gran parte ignorato la questione.

La Regione Campania e il Governo, nonostante le segnalazioni ufficiali di Altra Benevento, hanno scelto le ditte e appaltato i lavori (vanto del presidente De Luca e del ministro Salvini) ma ora dovranno studiare la variante per cambiare il percorso del traforo per portare l’acqua al potabilizzatore di Ponte.

Si rischia, come da noi pranunciato, di spendere milioni di soldi pubblici per appalti, varianti e contenziosi, senza realizzare l’opera.

Per questo motivo insistiamo nel chiedere che tutta l’acqua dell’invaso sia utilizzata per irrigare i campi e sostenere l’agricoltura, senza realizzare la galleria vicino la frana e il potabilizzatore che dovrebbe servire acqua alla provincia di Caserta.

Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile

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